La gloriosa terra osca (l’attuale Sannio e Irpinia, ma anche il Molise, parte della Lucania e dell’Abruzzo) non offre solo colline verdeggianti e aria buona, ma anche (tante) storie da raccontare. Le antologie Oschi Loschi raccolgono il meglio della narrativa “osca” contemporanea, senza condizionamenti di genere o stile, il tutto condito da una predisposizione al “losco” nel senso più ampio e allettante del termine.

venerdì 28 ottobre 2011

L'ispirazione è una sfoglia di cipolla (finale)

Avevano tentato di sparire, di far perdere le loro tracce, di dileguarsi nel nulla, pur di non rispondere alle nostre domande. Ma siamo riusciti a scovarli lo stesso, in uno dei peggiori bar di Caracas, naturalmente. Dopo una serie di interessanti considerazioni ("gli ultimi saranno i primi", "viva l'Italia!", "barista, un altro giro di rum") e nonostante l'elevato tasso alcolico, siamo riusciti (seppur a fatica) a ottenere la fatidica confessione: come è nato il racconto pubblicato nell'imminente seconda edizione di Oschi Loschi? Qual é la sua avventurosa genesi?

Emilio Fabozzi: «Era stata una giornata faticosa. Non avevo più il fisico, mi dicevo mentre abbattuto sul divano come una quaglia ferita, mi gustavo un articolo di Sebastiano Messina su un improbabile traffico di prostitute che il premier Silvio Berlusconi, si diceva, aveva organizzato a palazzo Grazioli. “Certo che questi comunisti, pur di buttarlo giù, ne inventano di cazzate…”. Stavo appunto riflettendo su quella storia quando mia nonna chiusa in cucina in scrupoloso ritiro, mentre preparava una frittata di pasta, continuava a lamentarsi sonoramente perché non riusciva a vedere la puntata del tenente Colombo. Ci avevano appena costretti a passare al digitale terrestre e spesso il segnale non arrivava. Di certo non arrivava nella mia cucina all’ora del tenente Colombo. Nonna ce l’aveva a morte con Silvio Berlusconi. Era comunista come Messina. O perlomeno lo era all’ora del tenente Colombo quando la tv non si vedeva. Note di tango argentino provenivano dall’appartamento a fianco. Margherita, argentina sessantenne mia vicina, aveva ripreso a ballare col marito, almeno credo. Di certo aveva ripreso a ballare. In quel mix di note di tango, di lamentele, di escort, di tenente Colombo e agitazione è nata l’idea di un racconto. L’ho scritto quella stessa notte. Solo della frittata di pasta non c’è traccia. D’altra parte neanche nella realtà era vissuta a lungo.»

Massimo Varchione: «Seguo l'istinto e allego una foto. La genesi scritta mi annoiava.»