di Marcello Serino
Tempo fa Flavio Ignelzi mi chiese di fare una
breve intervista ad Aurora Lobina, curatrice del progetto grafico della
raccolta di racconti Oschi Loschi, racconti solidi come castelli di carte. Benché
conosca Aurora abbastanza bene, mi ci sono voluti esattamente 34 giorni per
dare forma e sostanza alla sua figura. Una sera di fine novembre mi sono dato
malato e ho deciso di affrontare la questione. Una serata con Lobina. Nulla di
più, nulla di meno. Questo è l’incontro.
Chi è
Aurora Lobina?
Parto da una premessa: sa più cose Aurora di me di quante
effettivamente ne sappia io di lei. Tempo fa mi ha predetto il futuro
ricorrendo a dei tarocchi, tempo dopo mi ha confessato che mentiva, mi aveva
raccontato solo il mio passato spacciandolo per futuro. Ho tirato un sospiro di
sollievo e mi sono spiegato il motivo di tutti quei deja-vù. Adesso so che è
molto brava a bluffare, quasi quanto io a crederle. Mai contraddirla. Spaccia
il suo buon umore come scusa per andare via nei momenti migliori, dice che non
vuole perdersi il meglio. Porta una frangia solo in particolari periodi
dell’anno, ma sono sempre diversi.
Per farsi un’idea della sua vita bisogna osservare da vicino la
sua postazione lavorativa, il suo studio. Io l’ho fatto. Ho costeggiato la sua
bici gialla col carillon, superato le aspettative emozionali, seduto con
deferenza su una delle sedie antiche e di colore e ho aspettato. Mi sono
guardato intorno, tutto è al suo posto ma è superfluo dirlo, i libri sono tutti
sugli scaffali in ordine fisico ma senza voglia, senza sbavature, cd e altro
sembrano avere una loro ragione anche se fuori posto. L’unica cosa importante
nella stanza è lo specchio che riflette il suo volto. È un continuo guardarsi,
rimirarsi. Si procede così fino a quando Aurora si gira verso di me e dice:
Kebab?
Cena con intervista! Il tragitto dallo studio al luogo deputato al consumo veloce e fugace è breve, giusto il tempo di aggiustare una lieve increspatura della giacca e si è giunti. Peccato, avrei potuto chiederle camminando dove si sarebbe vista da qui a 2 anni, una domanda seria e pertinente, ho perso il momento.
Salsa piccante? Patatine? Pomodori? Carote?
Un chinotto?
Diceva un vecchio musicista siciliano che per avere delle risposte sincere bisogna partire dalle domande. Aurora risponde alla composizione del panino con sincerità e voglia. Sta componendo la sua intervista, e presto la finirà anche. Assisto con partecipazione. Comincio ad avere dei dubbi, ma perché Flavio (Ignelzi) ha chiesto proprio a me di fare quest’intervista?
Comincia a farsi tardi, Lobina preme per andare, domani c’è
tanto lavoro che l’aspetta e non è per niente ben disposta a rispondere alle mie
domande come mi aveva fatto credere in principio. Ho a disposizione 90 passi
prima che mi saluti, devo fare in fretta. Attacco:
io: tempo fa lessi una tua simpatica intervista dove davi le risposte non conoscendo affatto le domande, come dare una risposta verde a una domanda blu. Possiamo evitare di farlo anche noi?
lei: se
avessi più tempo a disposizione spegnerei l’orologio e impararei a contare
all’indietro. Potresti dirmi l’ora?
io: sono
le 22 e 34.
lei: devo
andare, la mia casa potrebbe non esserci più al mio ritorno.
io: sei
contenta delle mie domande?
lei: tra
tutti gli oschi loschi perché Flavio non mi ha mandato Ernesto (Razzano) o Anna
Lisa (De Mercurio)? La vita a volte sembra strana apposta…
io: sono l’unico che risponde ancora al
telefono.
lei: un’ultima
cosa. Non potrò di sicuro dire che è stato anche per me lo stesso.
io: cosa?
lei: bello.
Mi sorride, mi dà un bacio e si incammina verso casa. Questa
sera sono stato lo specchio della sua maschera, se volete sapere qualcosa di
lei non esitate a chiederglielo. Probabilmente non vi risponderà. Se siete
fortunati però preparatevi al futuro. Lei puzza di futuro.